Entrando in Hosteria si ha la sensazione di essere tornati indietro nel tempo.
Il locale ha mantenuto gli arredi e lo stile degli anni ’70, anno in cui c’è stata la trasformazione da mescita di vino sfuso e vendita di uova sode all’attuale Hosteria.
La prima cosa che si nota è la piastrellatura in tutte le pareti del locale, atipico per un ristorante, ma perfetta in questo contesto dove i tavoli sono di legno in arte povera e le sedie, di colori diversi, rigorosamente impagliate. Completano l’arredo alcuni quadri alle pareti, mensole con un’esposizione di vini ricercati e, in fondo al locale, un tipico piano in muratura sopra al quale troviamo una selezione di vini.
I tavoli, molto vicini fra loro, sono apparecchiati con semplicità con una tovaglia di carta, quella classica gialla usata un tempo dai macellai.
Apparecchiatura essenziale ma con un tocco di raffinatezza: sempre presente il calice per degustare il vino ed i piatti di portata sono in porcellana inglese decorata a mano. Un mix di arredi e semplicità che rendono questa hosteria un luogo particolare.
Il locale è da sempre molto amato dai fiorentini e sin dagli esordi è un ritrovo di tendenza, dove puoi sorseggiare un prosecco e gustare il tartufo gomito a gomito con i personaggi più famosi del jet set fiorentino.
E’ un ambiente piccolo perché può ospitare al massimo 70 coperti, 40 al suo interno e 30 nello spazio allestito all’esterno.
Il dehor merita una citazione particolare in quanto è stato allestito per essere usato tutto l’anno.
D’inverno viene chiuso con tendoni e riscaldato con stufe a fungo e d’estate gode di una piacevole nebulizzazione che rende gradevole anche il caldo mezzogiorno estivo.